Le categorie U.8 e U.10 si sono fronteggiate durante la mattinata sulle note della musica che ormai caratterizza gli eventi organizzati dalla compagine romana.
Sempre più affiatati i giovani ussini, che hanno raddoppiato le squadre in entrambe le categorie, consentendo agli allenatori di amalgamare il gruppo, dando fiducia ai bambini dal “lungo trascorso” – «gioco da 4 anni!», dichiara fiero un U.8 – che hanno stimolato i meno esperti, dimostrando a loro stessi e all’allenatore Alessio, che se ognuno dà il meglio di sé le soddisfazioni non mancano.
Nell’U.10 invece sono venute fuori chiaramente le famose “finestre di apprendimento”, quei periodi – racconta coach Simone – in cui i bambini «assorbono come spugne» le indicazioni degli allenatori, le sperimentano, capiscono che funzionano e le fanno proprie. Bagagli importanti, molto più dei risultati, che si porteranno dietro per tutta la loro vita da rugbysti.
Ma la passione gialloblu si diffonde anche intorno al campo, con tanti genitori che si godono la giornata dandosi da fare, fianco a fianco con i giocatori della prima squadra, indaffarati a cuocer salsicce, spillare birra e servire pasta durante il terzo tempo.
È la cultura più sana di un minirugby che conquista e che l’US Roma Rugby vuol portare avanti dandogli un tocco proprio, che fa crescere tutti, grandi e piccoli, regalando un senso di comunità che fa bene all’animo.